giovedì 22 ottobre 2015

Preview 3^ giornata Europa League 2015/2016: Qabala-BVB, questo non è un paese per armeni



Continua il tour nella parte orientale dell'Europa per il BVB e se la trasferta di Salonicco sembrava già lunga, essa appare nulla in confronto alle 4 ore e 37 minuti di aereo che la squadra ha dovuto percorrere per raggiungere l'Azerbaigian e la città di Baku per affrontare il Qabala, o Qabbalah o Gabala a seconda della trascrizione dal cirillico, nome che si pronuncia Ghebelé. Un paese ed un campionato che si stanno affacciando nell'Europa che conta e che ripetutamente stanno proponendo compagini del proprio campionato nel secondo trofeo continentale per importanza.

Il Qabala è alla seconda partecipazione in Europa League, prima volta assoluta nella fase a gironi dopo essere uscita al primo turno preliminare nella scorsa stagione. Una squadra giovane, fondata nel 2005 e promossa nel massimo campionato nazionale la stagione dopo, dove in un continuo crescendo si è classificata terza assoluta negli ultimi due campionati, andando vicina a vincere il suo primo trofeo nel maggio 2014 perdendo ai rigori la finale di Azarbaijan Cup contro il Neftchi Baku. Una squadra ambiziosa quella rossonera, che parte da piccole basi come il suo piccolo stadio, da soli 2000 posti, che infatti non viene utilizzato nelle partite interne (come detto si giocherà a Baku); non mancano i capitali comunque, che stanno attirando giocatori di livello sempre più alto, in più c'è un progetto di ampliamento consistente della capienza dello stadio, da portare fino a 15000 posti a sedere per quando, nelle loro ambizioni, il Qabala farà presenza fissa nelle competizioni europee.

L'attuale stadio del Qabala. Entro qualche anno verranno costruite tribune anche sugli altri tre lati del campo.


Dicevamo, trasferta in terra azera. C'è un territorio nel Sud-Ovest dello stato, chiamato Nagorno Karabakh, di etnia e lingua armena, che si è autoproclamato indipendente nel 1992, indipendenza che l'Azerbaigian non riconosce. Difatti questo territorio è ancora sotto controllo delle autorità azere ma è conteso a sua volta dall'Armenia, situazione che conseguentemente ha portato ad un conflitto durato due anni, dal 1992 al 1994. In teoria, perché nella pratica nonostante il "cessate il fuoco" ed i tanti tentativi di mediazione, continuano ad esserci episodi di scontri a fuoco. Ad oggi la situazione è tutt'altro che risolta e fra Armenia ed Azerbaigian non corre affatto buon sangue.

Ne vien da se che in Azerbaigian i cittadini armeni non siano i benvenuti. Ed il problema coinvolge in pieno il Borussia Dortmund, che annovera nella sua rosa un cittadino armeno: Henrikh Mkhitaryan. Il quale, non solo è armeno ma ha anche mostrato supporto alla popolazione del Nagorno Karabakh in passato, ottenendo una medaglia d'onore dal governo locale. In questo modo ha anche peggiorato la sua visibilità in Azerbaigian e se avesse preso parte alla trasferta avrebbe rischiato anche l'arresto.

Ma nulla di tutto questo accadrà. Nonostante la UEFA si è detta fiduciosa più volte su un esito tranquillo della trasferta, il Borussia Dortmund ha deciso, saggiamente, di lasciare a casa il suo numero 10. Troppo forte il rischio che qualcosa di brutta potesse accadere, troppo acceso l'astio fra Armenia ed Azerbaigian come ha anche affermato Hans Joakim Watzke domenica, nel momento in cui è stata comunicata l'assenza di Heno nella partita di oggi. E dunque un giocatore chiave non sarà dei nostri, ma del resto può essere sfruttata anche come occasione per lasciare un po' di riposo ad uno dei calciatori più impiegati da Thomas Tuchel in questa stagione. Per il resto, tutti gli altri titolari sono disponibili.

Veniamo dunque alle formazioni. Il Qabala gioca un 4-3-3 orchestrato da Roman Grygorchuk, allenatore ucraino di 50 anni con poca esperienza europea ma che tiene molto bene i suoi in campo. La squadra è per maggior parte formata da calciatori azeri ma ci sono anche polacchi, ucraini, brasiliani ed un paraguayano, David Meza, che ha giocato anche in Italia con il Cesena ed il Pavia, oggi titolare nella compagine rossonera. Questi i possibili undici in campo (4-3-3): Bezotoshny; Dazhdemirov, Stankovic, Abishov, Ricardinho; Meza, Pereyra, Gai; Zenjov, Antonov, Dodò. Attenzione a quest'ultimo, centravanti brasiliano ex Dinamo Zagabria, che potrebbe essere l'arma più pericolosa degli azeri insieme a Facundo Pereyra, forse il calciatore di maggior talento della squadra.

Mancherà il capitano della squadra, Javid Huseynov, centrocapmista di 27 anni al secondo anno con la squadra. Non è infortunato, non è squalificato. E' stato, lui si, arrestato per essere stato coinvolto nell'omicidio di Rasim Alijev, un giornalista che lo aveva criticato sui social network in quanto "non degno di rappresentare l'Azerbaigian nel Mondo". Il tutto dopo che Huseynov aveva esultato per un suo gol a Limassol, in Cipro, sventolando la bandiera turca, paese che occupa militarmente parte dello stato mediorientale.

Quanto al BVB, arriva per la seconda volta in Azerbaigian dopo aver giocato, nel 2010, contro il Qarabag (squadra proprio del Nagorno Karabakh), una partita che finì 1-0 per i gialloneri con gol di Lucas Barrios. Basterebbe anche questo risultato di misura per rendere felice Tuchel, che ha perso di nuovo Subotic ma ritrova Schmelzer, dunque oltre a Sahin e Durm mancano anche il serbo ed ovviamente Mkhitaryan. Questa potrebbe essere la formazione che andrà in campo oggi (4-2-3-1): Weidenfeller; Piszczek, Bender, Papastathopoulos, Park; Castro, Gundogan; Hofmann, Kagawa, Reus; Aubameyang. Quello di Bender al centro della difesa è un azzardo ma non ci sorprenderemmo di vederlo davvero lì, titolare. Un po' di riposo per uno tra Weigl e Gundogan che potrebbero fare staffetta, davanti ci sarà spazio anche per uno tra Januzaj e Ramos, almeno nella ripresa o chissà, forse pure da titolare.

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